Cos’è?
La talassemia è una malattia del sangue geneticamente trasmessa, dove viene sintetizzata una forma anomala di emoglobina.
Questa forma anomala di emoglobina comporta una degradazione degli eritrociti, per perdita di funzionalità, fino ad arrivare allo sviluppo di una forma di anemia cronica.
La diffusione si ha soprattutto nei paesi paludosi del Medio Oriente e dei paesi africani, è nota anche come anemia mediterranea.
Classificazione
L’emoglobina è una proteina globulare composta da due catene la alfa e la beta, a seconda di quale catena sia alterata nella struttura e quindi nella funzione si parla di alfa o beta talassemia.
In ogni caso sia nella beta che nell’alfa talassemia le risposte sintomatologiche saranno le stesse.
Sintomi
I sintomi della talassemia sono molto caratteristici:
- Stanchezza fisica;
- Affaticamento;
- Spossatezza;
- Vista offuscata;
- Sudorazione;
- Difficoltà di concentrazione;
- Pallore;
- Crampi alle gambe;
- Mal di testa;
- Urine scure;
- Malocclusione dentale.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio della beta talassemia sono la genetica e l’ambiente:
- Casi già presenti in famiglia;
- L’alfa talassemia è più diffusa nel sud est asiatico e nell’area filippina;
- La beta talassemia invece in Italia, in Grecia, in Medio Oriente e Africa.
Diagnosi
Ci sono diversi esami che ci permettono di verificare una condizione di anemia mediterranea:
- Ecografia della milza;
- Conta eritrociti;
- Esame morfologico degli eritrociti;
- Esame della colorazione dei globuli rossi.,
- Esame transferrina, sideremia e ferritina;
- Dosaggio acido folico e vitamina B12 e altre vitamine del gruppo B.
Complicanze
La deficienza dei globuli rossi nel paziente talassemico è combattuta come esigenza maggiore di sintesi di essi, ciò comporta un affaticamento della milza, con forte ingrossamento una condizione nota come splenomegalia.
Altre complicanze prevedono:
- Aritmie;
- Disturbi cardiaci;
- Insufficienza cardiaca;
- Ingrossamento del fegato;
- Ipotiroidismo;
- Ipoparatiroidismo;
- Osteoporosi;
- Deformazione delle ossa;
- Crescita ritardata nei bambini;
- Riduzione della fertilità;
- Bassi livelli di estrogeni o testosterone rispettivamente nella femmina e nel maschio.
Cura farmacologica
Poiché i pazienti affetti da talassemia sono costantemente esposti a trasfusioni di sangue, le quali possono comportare un accumulo di ferro, assumono un farmaco detto deferoxamina, un farmaco ad azione chelante per il ferro, in modo tale da evitare la tossicità dovuta all’accumulo organico tissutale del ferro.
Anche se bisogna dire che con la terapia farmacologica i pazienti talassemici, imparano a sopravvivere ma con molta debilitazione fisica e difficoltà.
La soluzione ideale per vivere con maggiore serenità è quella del trapianto di midollo osseo. Nonostante la delicatezza dell’operazione, i risultati sono ottimi, soprattutto se il donatore è un familiare di prima linea ereditaria, tipo fratello, sorella o genitori.
Alimentazione e rimedi naturali
Esistono in natura piante con un’azione antianemica, dove quelle per eccellenza sono l’equiseto e l’ortica.
L’ortica come infuso è una terapia naturale perché ricca di sali minerali dove a concentrazioni elevate ritroviamo il ferro.
Lo stesso vale anche per l’equiseto anch’esso con azione fortemente remineralizzante.
Altre piante che hanno un’azione rigenerativa per gli eritrociti e l’intero assetto marziale sono il tarassaco e la melissa, infusi a base delle seguenti erbe con buccia di limone aiutano a migliorare gli stati di stanchezza cronica associati alla talassemia.
Riguardo l’alimentazione deve essere soprattutto un’alimentazione antiinfiammatoria per l’intestino, con assenza in primis del latte e dei suoi derivati, in quanto questi alimenti riducono l’assorbimento intestinale del ferro e di tutte le vitamine del gruppo B.
Tè e caffè devono essere assunti rispettivamente nella forma deteinata e decaffeinata, in quanto teina e caffeina infiammano l’intestino e riducono l’assorbimento intestinale del ferro e delle vitamine del gruppo B.
Vanno eliminati inoltre anche i cereali integrali e quelli con glutine, perché le fibre hanno un effetto chelante per i sali minerali e le vitamine, riducendone totalmente l’assorbimento, il glutine perché è una molecola ad azione pro-infiammatoria per l’intestino, quindi bisogna mangiare cereali senza glutine come sorgo, miglio, quinoa, amaranto, teff, riso, mais e grano saraceno.
Integrare verdure, carne, pesce e legumi di alta qualità, ovvero freschi e non congelati e quindi ricchi di nutrienti essenziali, come vitamine e sali minerali che con il processo del congelamento sono persi.
Integrare l’assunzione di cibi ricchi di vitamina C, una vitamina importante per l’assorbimento intestinale del ferro, come ananas, kiwi, fragole, ciliegie, agrumi, limone, broccoletti, lattuga, spinaci, peperoni e patate novelle.