Cefalee, mal di testa e dolori acuti al capo vengono generalmente imputati a fattori di stress ove non ai comuni malanni di stagione. Tuttavia alcuni anni fa sono stati pubblicati una serie di studi che hanno evidenziato il legame di questi disturbi con quelli legati all’alimentazione. Infatti secondo i ricercatori la cefalea è una delle manifestazioni dell’intolleranza del corpo a uno o a più cibi. La lista degli alimenti che può dar vita a reazioni dell’organismo è molto lunga ma, ovviamente, ogni corpo reagisce in modo diverso.

Per alcuni soggetti quindi la dieta è ritenuta il principale “generatore” di cefalea, in quanto sono stati individuati alimenti che possono scatenare la crisi. La scoperta è conseguenza di adeguati test per intolleranze alimentari che evidenziano eventuali problematiche e insofferenze del paziente nei confronti di alcuni cibi. Ma ripetiamo: ciò che può nuocere a uno, risulta inoffensivo per altri.

Dal punto di vista “tecnico”, vi sono due ipotesi che tendono a legare intolleranze alimentari e mal di testa.

La prima individua nelle “amine vasoattive” le componenti che, dilatando le arterie celebrali, provocano mal di testa e cefalea.

La seconda invece si basa sul concetto secondo il quale l’alimento è un potenziale “allergene” che provoca, come manifestazione allergica, il mal di testa. In questo caso la sostanza interessata è l’istamina che, a seguito dell’ingerimento di un determinato cibo in un soggetto intollerante, viene messa in circolo e funge da stimolo doloroso sulla testa.

Tuttavia bisogna, come in tutte le intolleranze, superare la cosiddetta “soglia di tolleranza”, oltre la quale il soggetto viene colpito dal disturbo. Persone sensibili – o anche ipersensibili – pur ingerendo alcuni cibi che provocano il disturbo, potrebbero non esserne interessate fino a che non superano tale soglia.

Quali sono gli alimenti responsabili del mal di testa?

Moli studi hanno evidenziato il rapporto intolleranze alimentari/cefalee a seguito dell’assunzione di alcuni alimenti. Tra questi: il cacao, gli agrumi, alcune bevande alcoliche come il vino rosso, alcuni prodotti caseari, carni e pesce conservati, frutta secca e prodotti da forno preparati con lievito. Inoltre alcuni pazienti hanno avuto problemi assumendo, anche se in piccolissime dosi: il dolcificante aspartame, il glutammato monopodico presente nei dadi da brodo, i nitriti che si trovano nei salumi.

Rimedi e cure

Dopo aver eseguito un test per intolleranze alimentari ed aver stabilito il legame tra l’alimentazione e i disturbi alla testa, bisogna necessariamente procedere con una “dieta ad esclusione”: questo rimedio – utilizzato nella maggior parte delle intolleranze e delle allergie – consiste nella totale eliminazione dall’alimentazione di tutti i cibi che sembrano possibili responsabili di cefalee e mal di testa. Questa fase può durare dai 20 ai 40 giorni alla fine dei quali, nella maggior parte dei casi, il mal di testa si ridurrà per frequenza e intensità. Il secondo passaggio è la reintroduzione, graduale in numero e dosi, di alcuni cibi.

In questo modo sarà possibile tenere a bada i disturbi e capire, più precisamente quali alimenti hanno un effetto di maggiore sensibilità sulla testa del paziente. In aggiunta è possibile assumere i cosiddetti “antidolorifici naturali”, alimenti quali salmone, tonno e pesce azzurro, zenzero e crusca di frumento. Alla fine del secondo passaggio sarà possibile stabilire quali alimenti possono essere reintrodotti completamente nella dieta e di quali, purtroppo, il soggetto dovrà farne a meno.