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Biometatest
PROCESSI ANTIOSSIDANTI
Questa sezione riporta una serie di processi ossidativi che sono indici da considerare nel loro
insieme ad altri elementi, se basso è indice di buona funzionalità, se alto è indicatore di criticità.
In genere si considerano i primi tre o quattro elementi in maggiore disequilibrio.
Catalasi: enzima ad azione antiossidante con attività elevata nel fegato, nel rene e nei globuli rossi. Realiz-
za una reazione in cui trasforma il perossido di idrogeno in acqua. Se alto è un indice di criticità per cui non
vi è una buona funzionalità, significa che vi è una deficienza o alterazione energetica nelle logge fegato, re-
ne e sangue, per cui bisognerà agire in questi distretti. Se questo indice è troppo alto significa che potrebbe
esserci una criticità nelle logge indicate e pertanto va effettuata una integrazione nutraceutica e opportuni
programmi.
Glutatione perossidasi: enzima ad azione antiossidante realizza una reazione in cui trasforma il perossido
di idrogeno in acqua. Se basso è un buon indice, se alto vuol dire che nel corpo vi potrebbe essere una defi-
cienza di selenio, in quanto questo microelemento è fondamentale per la funzionalità di questo enzima.
Quindi per normalizzare i livelli bisogna seguire una dieta ricca di cibi con selenio e verificare se l’elemento
selenio considerato in questo test è alto o basso.
Fosfolipasi A2: enzima ad azione antiossidante in quanto sembra essere coinvolto nella riparazione dei
lipidi di membrana, danneggiati dallo stresso ossidativo. Se basso è un buon indicatore, se alto bisogna se-
guire una dieta per la reattività di membrana cellulare.
DNA glicosidasi: enzima con azione antiossidante in quanto rimuove i nucleotidi che sono stati danneggiati
dallo stress ossidativo, prevenendo in questo modo il rischio cancerogeno. Se basso è un buon indicatore, se
alto bisogna intervenire con opportuni integratori anti-age e una dieta ad azione antiossidante forte.
Calpaine: proteine con azione antiossidante, riparano le proteine cellulari danneggiate dallo stress ossidati-
vo, prevenendo in questo modo l’invecchiamento cellulare. Se basso è un buon indicatore, se alto bisogna
intervenire con diete specifiche sul sistema metabolico e tissutale.
Lon proteasi: proteina con azione antiossidante presente nei mitocondri, la quale difende questi organuli
dallo stress ossidativo dovuto all’accumulo di proteine ossidate. Se basso è un buon indicatore, se alto biso-
gna agire con una dieta che rafforzi il sistema mitocondriale.
Ferritina: è una proteina che lega il ferro, sottraendolo in questo modo alla reazione ossidativa di Fenton. È
presente nel fegato, nella milza e nel midollo osseo. Se bassa è un buon rilevatore (nel contesto dello stress
ossidativo, si differenzia da quella ematica), se l’indice è alto bisogna integrare con una dieta che vada ad
agire sul sistema emopoietico.
Lactofferina: è una proteina che lega il ferro, sottraendolo in questo modo alla reazione ossidativa di Fen-
ton. È presente nei fluidi biologici quali saliva, liquido seminale e vaginale, bile, secrezioni nasali e latte. Se
basso è un buon indice, se alto bisogna seguire una dieta basata sul riequilibrio dei liquidi biologici.
Glutatione: cofattore della glutatione perossidasi, enzima ad azione antiossidante realizza una reazione in
cui trasforma il perossido di idrogeno in acqua. Se basso è un buon indice, se alto vuol dire che nel corpo vi
potrebbe essere una deficienza di vitamina B3, in quanto questa vitamina è fondamentale per la funzionalità
di questo enzima. Per normalizzare i livelli bisogna seguire una dieta con cibi ricchi di vitamina B3.
Glutatione reduttasi: enzima con azione antiossidante in quanto rigenera il glutatione come cofattore del-
la glutatione perossidasi. Se basso è un buon indice, se alto vuol dire che nel corpo vi potrebbe essere una
deficienza di vitamina B2, una vitamina fondamentale per la funzionalità di questo enzima. Per normalizzare
i livelli bisogna seguire una dieta con cibi ricchi di vitamina B2.
Melatonina: ormone ad azione antiossidante, è un’antiossidante per eccellenza delle membrane biologiche
delle nostre cellule e delle LDL, difendendole dall’ossidazione e quindi prevenendo il rischio cardiovascolare.
Grazie alla sua natura lipofila si inserisce nella membrana cellulare e nel guscio delle LDL, sottraendo gli
elettroni alle specie reattive dell’ossigeno, in modo tale da bloccare la catena di reazioni ossidative che le
ROS (specie reattive dell’ossigeno) possono generare. Se basso è un buon indice, se alto bisogna agire a
livello cutaneo e reattività di membrana attraverso opportune integrazioni e diete specifiche.
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