Cos’è?
L’autismo è un disturbo neuropsichico, caratterizzato da particolari caratteristiche comportamentali e sensoriali specifiche. La diagnosi certa può essere fatta dopo il terzo anno di età, ma una volta accertata sarà permanente per tutta la vita.
Le cause alla base dello sviluppo del seguente disturbo, ancora non sono del tutto chiare, scuramente vi è un danno a carico del sistema nervoso centrale, ma ciò non basta per capire le cause o la cura, infatti l’autismo rappresenta il disturbo cognitivo più difficile da gestire, in quanto caratterizzato da un forte polimorfismo dei sintomi, in termini sia di espressione che di intensità.
Anche se i sintomi principali e quasi sempre manifesti prevedono, atteggiamenti inusuali, difficoltà motorie ed espressive, difficoltà ad interagire con l’ambiente esterno, disturbi dell’apprendimento come dislessia o disortografia.
Nonostante non esista una cura per l’autismo, la cosa importante è diagnosticarlo subito, per intervenire con terapie educativo- comportamentali, che aiutino il bambino ad essere autonomo.
Epidemiologia
L’autismo non sembra presentare una localizzazione o diffusione specifica, in quanto è presente in quasi tutte le parti del mondo. Però i dati dimostrano che colpisce maggiormente il sesso maschile che femminile.
Sintomi
I sintomi dell’autismo sono molto eclatanti fin dall’infanzia, anche se l’entità e l’espressione, variano da bambino a bambino, in linea generale sono i seguenti:
- Non rispondono se chiamati per nome, si chiudono nel loro mondo interiore ed hanno interessi molto ristretti.
- Presentano un linguaggio poco sviluppato, associato a mimetismo facciale o gesticolare.
- Ripetono spesso gesti insoliti e ripetitivi, quasi in maniera ossessiva, come dondolarsi avanti e indietro, battere continuamente le mani ed uso improprio dei giocattoli.
Diagnosi
La diagnosi di autismo spetta a diversi specialisti quali neuropsichiatri infantili, pediatri, medici di famiglia, educatori, logopedisti e terapisti di psicomotricità.
Sicuramente durante la visita gli specialisti in questione, porranno ai genitori domande particolari, tipo se al bambino piace farsi dondolare, se presta attenzione durante i giochi, se tende molto spesso ad isolarsi.
In caso di sospetta diagnosi, il bambino sarà sottoposto ad ulteriori test psicoattitudinali.
Terapia
La terapia deve essere soprattutto educativa-comportamentale, al fine di migliorare il linguaggio, il comportamento e le capacità intellettive del bambino. Dove il trattamento comportamentale consiste in una serie di programmi mirati allo sviluppo intellettivo e comunicativo del bambino, per migliorare stati di ansia o iperattività. Anche se bisogna precisare che le seguenti terapie danno dei risultati molto variabili da bambino a bambino, con a volte anche assenza di miglioramenti.
Nei casi molto più gravi si ricorre anche ad una terapia farmacologica, per attenuare stati di nervosismo, iperattività e comportamenti stereotipati ossessivi. I farmaci utilizzati per la cura dell’autismo sono il risperidone un antipsicotico e il metilfenidato uno stimolante. Questi farmaci sono prescritti da uno specialista, quando le terapie educativo comportamentali danno esito negativo e i sintomi peggiorano, e possono nel tempo comportare effetti collaterali tipo acatisia e discinesia tardiva. È importante sottolineare che la terapia farmacologica non deve essere sostituita a quella educativa-comportamentale, ma deve essere complementare ad essa.
Dieta
I bambini affetti da autismo, molto spesso tendono a mangiare da soli, preferiscono allontanarsi dal gruppo e consumare il pasto in maniera solitaria. Infatti si parla di alimentazione selettiva transitoria, associata molto spesso ad atteggiamenti quali rifiuto di pasti salutari, scelta di piatti con colori accessi e rifiuto di cibi dalla colorazione più scura, molto spesso sono poco stimolati da sapori nuovi e vogliono mangiare sempre le solite pietanze, lentezza nella masticazione e deglutizione.
Sicuramente i bambini autistici mangiano poca verdura, infatti le verdure a foglie verdi scure, sono del tutto assenti nella loro dieta, con deficienza di vitamine e sali minerali specifici, e stati di debolezza fisica conclamati.
Studi recenti dimostrano che l’eliminazione dalla dieta di frumento e di derivati del latte, possa migliorare i sintomi dei bambini autistici. In quanto la caseina e il lattosio sono molecole pro-infiammatorie a livello intestinale e immunostimolanti, privilegiando il consumo di latte di soia o di avena, anche il frumento è da eliminare in quanto anch’esso rappresenta un forte agente infiammatorio dell’intestino, a causa della presenza del glutine (molecola infiammatoria e immunostimolante), magari privilegiando cereali senza glutine come riso, miglio grano saraceno, mais, amaranto, quinoa e teff.
Inoltre è importante aggiungere che studi scientifici dimostrano ulteriormente che i bambini autistici presentano un’infiammazione a livello intestinale tale da comportare l’insorgenza di una grave disbiosi intestinale, che a sua volta aggrava ulteriormente i sintomi neuro-comportamentali. I dati dell’analisi del microbiota dimostrano che nei bambini autistici all’aumentare della gravità dei sintomi, aumentano le popolazioni di Clostridium, Candida e Escherichia coli, microrganismi tipici di un’infiammazione cronica degenerativa.
Quindi l’obiettivo principale, di un’alimentazione per i bambini autistici, è quello di attenuare la presenza di tale infiammazione intestinale, migliorando di conseguenza lo stato di disbiosi associato. Dove i punti principali sono eliminazione di molecole pro-infiammatorie quali caseina, lattosio e glutine e integrazione di probiotici e prebiotici, per il ripristino dell’eubiosi.